Internet, la rete di cavi nel Mediterraneo è piuttosto ingarbugliata

Internet, la rete di cavi nel Mediterraneo è piuttosto ingarbugliata

Internet, la rete di cavi nel Mediterraneo è piuttosto ingarbugliata


Se da un lato si riconosce che i pescatori potrebbero essere meglio istruiti sull’ubicazione dei cavi sottomarini e sull’importanza di evitarli, o che gli operatori di cavi potrebbero sviluppare nuove tecnologie per renderli più resistenti ai danni, dall’altro si potrebbe trovare una via di mezzo in una maggiore integrazione di pratiche condivise. Tuttavia, “per anni non c’è stata un’interlocuzione concreta tra il settore della pesca e l’industria dei cavi sottomarini“, afferma Roberto Arciprete, vicepresidente dell’Alleanza cooperative italiane. “Ci sentiamo esclusi, perché le commissioni che regolano la costruzione e la posa di questi cavi nel Mediterraneo non hanno tenuto conto delle nostre richieste“. Richieste che, secondo Arciprete, riguardano soprattutto “l’ostruzione meccanica dei cavi durante lo svolgimento dell’attività di pesca con attrezzature necessarie come ancore o reti a strascico“.

A livello europeo, la Commissione europea ha pubblicato nel 2023 il Piano d’azione dell’Unione europea, un documento che mira a portare e mantenere gli stock ittici a livelli sostenibili e a minimizzare l’impatto della pesca tanto sui fondali quanto sulle specie sensibili. In teoria tutti obiettivi nobili da raggiungere visto che – secondo il paper della Fao, l’agenzia delle Nazioni unite sull’agroalimentare, sullo stato della pesca nel mediterraneo nel 2022 – l’impatto economico della pesca eccessiva nel Mediterraneo è stimato in circa 3 miliardi di dollari all’anno, con un tasso di sfruttamento medio dell’1,4%, ben al di sopra del livello sostenibile. Questi criteri di sostenibilità non sono però sufficienti per Juan Manuel Trujillo Castillo, presidente della Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (Eft). “Pur non essendo contrari a queste attività – afferma Castillo – chiediamo un approccio equilibrato che tenga conto degli interessi della pesca“. L’opinione di Trujillo è chiara: dato che i pescatori contribuiscono all’approvvigionamento alimentare e alla sovranità alimentare dell’Unione europea, “perché l’energia e le telecomunicazioni sono più importanti del cibo sano ed essenziale?“.

Secondo Clare, nonostante la ricorrenza dell’attività di pesca nei pressi dei siti di posa, “i volumi di sedimenti disturbati a seguito dell’interramento dei cavi sono maggiori rispetto a quelli disturbati dall’attività di pesca“. C’è davvero quindi una correlazione nell’eterna lotta tra gli interessi della pesca e quelli della costruzione dei cavi sottomarini? Per Marevivo, una ong specializzata nella protezione del mare, “non esistono attività umane che abbiano impatto zero“. Secondo l’ong, gli undici descrittori di buono stato ambientale individuati nella Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marinoservono a misurare l’applicazione degli impatti ambientali dei cavi sottomarini”; se non rispettano questi criteri di sostenibilità, “la loro costruzione deve essere messa in discussione dalle commissioni di valutazione dell’impatto ambientale (Via)“. Marevivo sottolinea anche l’importanza di trovare soluzioni alternative in queste controversie: “Se la presenza dei cavi fosse un ostacolo alle attività di pesca legali e sostenibili, allora pensiamo che sia giusto che coloro che posano i cavi compensino i pescatori per le perdite“.

La guerra informatica subacquea

Se la geopolitica si occupa dei conflitti di potere, anche i cavi sottomarini sono intrinsecamente un fenomeno geopolitico perché rappresentano la componente fisica del mondo digitale, ne delimitano lo spazio e influenzano il potere mondiale trasportando dati sempre più cruciali. Non hanno bandiere nazionali e la loro proprietà legale è suddivisa tra i vari comproprietari in un’architettura barocca di giurisdizioni, convenzioni internazionali e negoziati sul diritto del mare. Ma soprattutto, va detto che i cavi sottomarini soffrono di una mancanza di regolamentazione a causa della loro natura fisica, il che li rende praticamente invisibili dal punto di vista normativo. Essendo del diametro di un tubo da giardino nascosto sotto la superficie del mare, incarnano un fenomeno identificato come “cecità marina”. Mentre il mondo osserva lo svolgersi della guerra tra Russia e Ucraina, l’importanza di proteggere le infrastrutture critiche dagli attacchi diventa sempre più significativa per mitigare le dipendenze tecnologiche, i rischi della catena di approvvigionamento e le vulnerabilità delle infrastrutture critiche rispetto alle interferenze straniere.



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di www.wired.it 2023-11-20 06:00:00 ,

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